L’interpretazione dei sogni è parte integrante del mio lavoro analitico. Non c’è un testo che possa tradurre affidabilmente in maniera astratta la simbologia e il significato dei sogni. Sebbene ci siano temi e elementi che abbiano un significato universale, ogni sogno deve essere apprezzato nel suo contesto. I sogni hanno diversi livelli di interpretazione e alcuni dei loro messaggi diventano chiari nel tempo. Quando un sogno è interpretato correttamente, si prova un effetto immediato che produce sollievo e promuove la conoscenza di sé stessi. I sogni in psicoanalisi non sono messaggi dell’aldilà o degli spiriti. Sono messaggi di quei tratti di noi che ci sono ancora sconosciuti o abbiamo disconosciuto. Ci aiutano a elaborare gli eventi e le sensazioni accumulate durante il giorno e integrarle nel nostro vissuto. Spesso i sogni offrono intuizioni inaspettate riguardo la situazione terapeutica e le dinamiche fra paziente e terapista. Quando si porta la propria attenzione su tutti i personaggi che popolano i sogni, si impara a conoscersi meglio e a riconoscere e integrare le verità emergenti.
Sigmund Freud fu il primo a elevare l’interpretazione dei sogni al livello di ricerca e pratica clinica. Egli considerava L’interpretazione dei Sogni il suo libro fondamentale e considerava il sogno come “la via regia che conduce all’inconscio.” Nel modello freudiano iniziale, nonostante le restrizioni interne e sociali, il materiale inconscio represso trova comunque espressione nei sogni, nei lapsus freudiani, e nei sintomi. Il sogno è visto come un rebus in cui l’inconscio si esprime in maniera indiretta. Il contenuto latente deve essere interpretato con l’aiuto delle associazioni libere.
Sebbene la mia formazione sia stata piuttosto fedele all’orientamento freudiano classico, nel mio lavoro integro i contributi teorici e clinici di colleghi contemporanei che hanno arricchito il lavoro sui sogni e che considerano l’intera seduta come un sogno e il sognare come un modo di elaborare protoemozioni per trasformarle in pensieri e esperienze coerenti. Il mio lavoro con i sogni è semplice e raramente comporta una ginnastica mentale atta a trovare giochi di parole e rebus che rivelano il lavoro dell’inconscio. Sebbene fossi una studiosa dell’umorismo prima di fare la terapista e conservi un interesse per i giochi di parole, non è questo che cerco nei sogni. Quando un paziente mi racconta un sogno io mi immergo nel racconto e lascio che il sogno sedimenti nella mia esperienza interna. Poi col paziente condividiamo l’esperienza del sogno e le nostre reazioni ai dettagli che troviamo più significativi; chiedo chiarificazioni sul sogno e sugli avvenimenti del giorno prima e della notte che possono avere contribuito al sogno. Guardiamo insieme il sogno in riferimento al passato, presente e futuro. Seguiamo le metafore nel sogno e come si relazionano ai problemi di vita del sognatore. Consideriamo il sogno come una comunicazione sulla terapia e sulle altre relazioni importanti; come una comunicazione diretta dal corpo; consideriamo tutti i personaggi e oggetti del sogno come possibili contenitori di comunicazioni latenti. Il sogno è un tentativo di integrazione e risoluzione di esperienze in via di elaborazione e anche le mie associazioni di idee possono aiutare. Di conseguenza il sogno non è il prodotto esclusivo del paziente; è un prodotto condiviso in cui anche le mie reveries aiutano a creare il sogno condiviso nella seduta.
In alcuni casi possiamo spingere il sogno ulteriormente: quando un sogno finisce in una maniera negativa e ritraumatizzante possiamo immaginare una fine diversa e creare un copione da trascrivere e ripetere. Questo aiuta il paziente a sviluppare una nuova storia in cui il sognatore non è impotente. Questo esercizio è utile per pazienti che soffrono di incubi.
I sogni sono potenzialmente rivoluzionari, se utilizzati correttamente. I marxisti pensano ai film e la narrativa come una fantasticheria e un’improduttiva fuga dalla realtà o come uno strumento rivoluzionario di conoscenza personale che informa coscienza e azione. Per me questo è vero anche dei sogni. É proprio nei sogni che possiamo trovare la via d’uscita che ci permetterà di uscire dalla routine della vita diurna e ci permetterà di rivitalizzarla. É proprio nei sogni che osiamo pensare per poi finalmente realizzare un cambiamento nella realtà.